radicchio

Radicchio

storia, coltivazione e varietà di una verdura eccellente

Il radicchio è una verdura dal sapore molto particolare. Al palato risulta essere leggermente amaro e fa parte della stessa famiglia della cicoria; questo, però, non deve trarre in inganno perché, pur avendo un gusto amarognolo, in realtà è un alimento davvero buono e versatile in cucina. Può essere consumato sia crudo che cotto. Condito come una semplice insalata, usato come condimento in un buon piatto di pasta, come contorno per accompagnare la carne o amalgamato con altri ingredienti per creare condimenti deliziosi, come ad esempio il sugo Tigullio radicchio e speck, un abbinamento gustoso e ricco di sapore. Il radicchio, oltre a essere buono, fa anche bene all’organismo perché contiene pochissime calorie in quanto composto per più del 90% da acqua; per giunta contiene diversi sali minerali come ferro, potassio, calcio e fosforo, presenta un elevato quantitativo di polifenoli (quindi ha anche proprietà antiossidanti), fibre e vitamine, in particolare, contiene Vitamina E, C e quelle appartenenti al gruppo B. In natura ne esistono davvero di tanti tipi e si coltiva in più parti del mondo.

Origini e zone di coltivazione

La coltivazione del radicchio risale almeno al quindicesimo secolo. E’ una pianta originaria dell’area mediterranea. La sua diffusione nel nostro paese è stata piuttosto graduale ma, negli ultimi decenni, è diventato uno dei prodotti agroalimentari più coltivati nell’area dell’Italia settentrionale. Il radicchio fa parte della famiglia delle composite ed è una pianta che richiede terreni fertili, ben drenati e soleggiati per poter essere coltivato. La sua semina può avvenire sia all’aperto, che all’interno delle serre e generalmente avviene in primavera, quando il clima è più mite, mentre la raccolta in autunno. Per poter crescere ha bisogno di un clima fresco, importante anche affinché acquisisca il suo caratteristico colore rosso. Viene coltivato principalmente in regioni come il Veneto, il Friuli Venezia Giulia e la Lombardia. Negli ultimi anni ha iniziato a prendere piede anche nelle zone della Toscana, della Campania e della Calabria. Tra le varietà di radicchio più coltivate a livello mondiale ci sono il radicchio rosso di Treviso, il radicchio di Chioggia e il radicchio di Verona, ma esistono anche altre varietà, di cui si parlerà nelle righe seguenti.

Varietà di radicchio

Ci sono davvero tante varianti di radicchio in natura e la cosa bella è che ognuno di esse presenta delle caratteristiche fisiche, nutraceutiche e di gusto particolari. Partiamo da quello rosso di Treviso uno dei più conosciuti. È caratterizzato da foglie strette e lunghe, è di colore rosso intenso e presenta delle sfumature bianche. Il radicchio di Chioggia, invece, ha foglie larghe e piatte ed è di colore rosso scuro con striature bianche. Il radicchio di Verona ha delle foglie piuttosto larghe, il suo colore è rosso vivo e anche in questo caso le striature sono bianche. Altro tipo di radicchio molto apprezzato è quello tardivo di Treviso, molto simile a quello classico, con la differenza che la coltivazione avviene in maniera differente: le radici vengono lasciate crescere in acqua in modo che le foglie crescono lentamente. Il radicchio di Castelfranco, infine, presenta foglie tonde e larghe, il suo colore è particolare perché alterna il verde chiaro a sfumature arancio.

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